Racconto1

Grazie per essere entrati in questa pagina… spero riesca ad emozionarvi e a farvi sognare… mi accontenterò anche solo di avervi regalato una parentesi di “relax” e la possibilità di “viaggiare”, anche se per pochi minuti, lontano dalla quotidianità sempre troppo piena di impegni e frenetiche attività .

Il bianco profumo delle rose

“E’ sicuro che l’indirizzo sia quello giusto?”
Il ragazzo delle consegne la guardò continuando a masticare incurante il suo chewing-gum.
“Questa è la via Garibaldi?” le chiese senza alcun interesse.
“Sì” confermò lei.
“Ed è anche il numero civico 6 della via Garibaldi?”
“Certo che sì” ammise di nuovo lei.
“Allora il posto è giusto e la consegna corretta” concluse alzando le spalle “magari ha un ammiratore segreto e ancora non lo sa” portò gli angoli della bocca verso il basso prima di uscire.
… un ammiratore segreto!… ma figuriamoci!
Non che non se lo potesse permettere, anzi Amanda era una giovane donna piuttosto attraente; ma, almeno per il momento, nei suoi progetti non figurava neanche l’ipotesi di una relazione per lo meno stabile.
Guardò lo stupendo mazzo di rose bianche appena consegnato, domandandosi cosa ci facesse nell’agenzia immobiliare dove lavorava e dove, a parte lei, erano impiegati la sua amica Giulia, che vantava un marito poco romantico e Matteo, piuttosto restìo a quel genere di cose.
Avvicinò il viso ai fiori e al loro profumo fresco e pulito.
Solo allora si accorse del biglietto nascosto tra i gambi.
Prese la piccola busta bianca e la girò… non riportava alcuna scritta.
… avrebbe dovuto aprirla?
Scosse il capo… le rose non erano per lei, dunque no.
Stava per riporla tra i fiori, quando qualcosa la bloccò… visto che la consegna non era per lei, leggendo il biglietto avrebbe potuto capirci qualcosa in più e, magari, indirizzare il tutto alla persona giusta.
Annuì estraendo il contenuto della piccola busta.
Lesse mentalmente quelle parole…
mia cara Emily,
averti rivista sabato è stato a dir poco meraviglioso; mi sono sentito un’altra volta vicino a te, come tanti anni fa… e ho rivissuto quelle emozioni che solo tu riesci a trasmettermi
.
A quella cena tra ex-compagni io avevo occhi solo per te, per il tuo sorriso, che mai mi ha abbandonato in tutti questi anni trascorsi come la più piccola frazione di un lampo, che illumina e abbandona immediatamente il cielo infinito.
Oggi partirò con l’aereo delle due… ti chiedo solo di darmi un motivo per restare… tuo George.

Amanda si morse il labbro inferiore e ingoiò più volte… aveva mai sentito parole più romantiche?
“Che belle! Per chi sono?” Giulia era entrata in quel momento e adesso stava accarezzando i petali.
“Non lo so, hanno sbagliato la consegna” le spiegò.
“Dovremmo metterle in un vaso.”
“Certo che no, non sono per noi” replicò Amanda.
“Se non conosciamo il recapito esatto, non possiamo fare altro.”
Non aveva torto ma ad Amanda non sembrava giusto appropriarsene.
Riflettè qualche istante.
“Meno male che quel furgone è andato via!” la voce di Matteo, condita con una vena di disappunto, aveva anticipato il suo arrivo in ufficio “occupava addirittura due posti auto!”
Entrambe lo guardarono con aria interrogativa.
“Mi riferisco al furgone del negozio in centro ‘Non solo fiori'” precisò “ho dovuto aspettare che andasse via per parcheggiare la mia auto!”
Amanda rimase immobile alcuni istanti… “il negozio in centro ‘Non solo fiori'” ripetè; poi, all’improvviso, prese la borsa e volò letteralmente verso la porta, mentre i due si domandavano il motivo di tanta fretta.
Raggiunse il negozio… voleva fare qualcosa.
“Buongiorno, oggi avete consegnato un mazzo di rose bianche in via Garibaldi, ma c’è stato un errore nella consegna” provò a dire.
La giovane, in piedi al di là del bancone, fece roteare una penna tra i denti e la osservò, inarcando le sopracciglia.
“Noi ci atteniamo all’indirizzo che ci viene dato” precisò.
Amanda sospirò.
“Potrei almeno sapere il nominativo della persona che le ha spedite?”
La ragazza la guardò, scuotendo la testa.
“Non domandiamo queste cose e, anche se lo sapessi, non potrei dirglielo per via della privacy… mi dispiace” concluse, facendole capire che aveva del lavoro da sbrigare.
“Grazie lo stesso”… non avrebbe concluso granchè in quel negozio.
Uscì… il pensiero che quella che aveva tutta l’aria di essere una dichiarazione d’amore fosse destinata a rimanere solo all’interno di quel bigliettino non le dava pace.
Tornò in agenzia… almeno ci aveva provato.
“Cercami questo indirizzo… via Lumière” Matteo si era rivolto a Giulia e Amanda riusciva a sentire le loro voci sullo sfondo dei suoi pensieri.
“Auguste o Louis?” “Non so… qui riporta solo il cognome.”
Guardò entrambi, ma con il pensiero era lontano da loro.
“Ci sono due vie con lo stesso cognome… quindi mi devi dire anche il nome” ribadì Matteo.
Amanda si bloccò di colpo… aveva capito bene?
Rivolse lo sguardo ad entrambi, poi corse alla sua scrivania, si sedette davanti al computer, iniziò a muovere rapida le dita sulla tastiera e attese il risultato della ricerca.
Lesse le poche righe comparse sullo schermo e sorrise, mentre correva un’altra volta verso l’uscita.
“Dove stai andando adesso?”le chiese Giulia.
“La consegna andava fatta non in via Giuseppe Garibaldi, ma in via Anita Garibaldi!” disse ad alta voce, non contenendo più l’emozione.
Entrambi la guardarono, mentre spariva veloce al di là della porta a vetri.
Guidò rispettando fedelmente le indicazioni del suo navigatore e parcheggiò davanti a una piccola villa, esattamente al numero civico 6 della via Anita Garibaldi.
… sicuramente la casa di Emily.
Si avvicinò e portò lo sguardo a leggere il nome inciso sul campanello… sorrise dopo averlo riconosciuto… anche se non sapeva il cognome, non aveva più dubbi… si trattava della destinataria delle rose.
Bussò un paio di volte e attese con impazienza di vedere qualcuno comparire, non chiedendosi nemmeno che cosa le avrebbe detto.
Ad aprire fu una donna non più giovane, ma dall’aspetto piuttosto curato.
“Posso esserle utile?” le domandò.
Amanda si morse il labbro inferiore… perché mai non si era preparata un minimo di discorso o, almeno, di introduzione ad un qualunque discorso?
“Buongiorno, lei è Emily?” le domandò in modo diretto.
La donna annuì, arricciando lo sguardo.
“Avrei bisogno di parlarle” azzardò.
La vide osservare qualcosa sulla sua camicia… il cartellino dell’agenzia.
“Lei è dell’agenzia immobiliare che sta trattando la vendita della casa di mia cugina” le disse, sorridendole “entri pure” e le spalancò la porta.
Amanda sgranò lo sguardo… non sapeva niente a riguardo, ma, se serviva per riuscire a parlarle, andava benissimo ugualmente.
“Le porto un bicchiere di thè” le disse gentilmente.
Amanda si avvicinò al camino e osservò alcune fotografie, disposte con meticolosa cura.
Una fra tutte attirò la sua attenzione… si avvicinò e mise meglio a fuoco.. Emily e un uomo dai capelli bianchi, sorridenti al tavolo di un ristorante.
“E’ di sabato scorso” intervenne la donna “io e alcuni ex-compagni di scuola ci siamo ritrovati dopo tanti anni” raccontò.
Amanda sorrise… si trattava certamente di George.
“Sembrate molto uniti” le venne spontaneo dire quelle semplici e poche parole, ma più che altro voleva valutare la reazione della donna.
Emily scosse la testa “purtroppo no… oggi partirà” sospirò “partirà di nuovo e dubito fortemente che lo rivedrò” sorrise amaramente.
… partirà di nuovo?.. doveva saperne qualcosa in più.
“Era da tanto che non lo vedeva?” le chiese.
Emily socchiuse gli occhi, come se stesse compiendo un rapido volo nella memoria di un tempo ormai lontano… forse troppo lontano.
“A scuola eravamo inseparabili…” abbassò lo sguardo arrossendo.
Amanda comprese e sorrise.
“Eravate innamorati” concluse al suo posto.
Emily annuì “molto… poi lui è dovuto partire e non ha più fatto ritorno per tanti anni” spiegò “ognuno ha così continuato con la propria vita.”
“Lei si è sposata?” forse sarebbe apparsa un po’ troppo invadente, ma aveva bisogno di saperne il più possibile.
Emily scosse il capo “no…”
“Non ho più trovato nessuno come George” ammise sinceramente.
Amanda dovette reprimere un singhiozzo; era davanti alla più bella testimonianza di un amore senza fine e questo la emozionava.
“E George si è sposato?”
Emily annuì “sì… ma, da quello che mi ha raccontato, il suo matrimonio non è durato tanto e ormai è separato da parecchi anni” rispose, mentre Amanda non faticava a mettere insieme i tasselli di quel mosaico che prendeva forma davanti ai suoi occhi, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.
Sorrise… era più che mai convinta che avrebbe fatto il possibile per loro.
“Mi ha dato il suo numero di telefono alla fine della cena, ma forse solo per gentilezza” concluse “comunque, nella confusione dei saluti, devo averlo dimenticato sul tavolo” spiegò con rammarico e malinconia.
Amanda ingoiò a fatica, riflettendo con lo sguardo rivolto al vuoto… Emily e George, dopo tanti anni di lontananza e dopo aver vissuto due vite separate, adesso, e forse da sempre, provavano ancora qualcosa di intenso; ma entrambi, seppure liberi da altri legami sentimentali, dubitavano dei sentimenti dell’altro… le rose erano giunte poi all’indirizzo sbagliato ed Emily aveva perso il recapito di George!
Proprio in quel momento l’orologio a pendolo segnò la una e un quarto.
prenderò l’aereo delle due… quelle parole le apparvero all’improvviso.
Spalancò gli occhi… non poteva perdere tempo! Non poteva perdere neanche un altro preziosissimo minuto!
“Mi scusi, ma adesso devo proprio andare” e si alzò, mentre Emily la guardava stupita.
“Anche se non mi conosce… può farmi solo un favore?” le chiese.
Emily la osservò stranita, ma non disse nulla; annuì solo con la testa.
“Non rinunci ai suoi sogni” aggiunse “continui a sperare e continui a desiderare quello in cui spera” e le sorrise, prima di uscire.
Corse verso la sua auto, montò velocemente e mise in moto, lasciando l’impronta degli pneumatici sulla carreggiata.
Guardò più volte l’orologio del cruscotto… doveva arrivare in tempo!
Raggiunse l’aeroporto, scese e si diresse all’area partenze.
Sentiva i battiti del cuore accelerati… sperava di riuscire a farcela!
Si avvicinò a una hostess.
“Mi scusi, sto cercando una persona che deve prendere un aereo in partenza alle due” provò a dire, cercando di controllare il fiatone.
“C’è un solo volo a quell’ora oggi” sentì dire.
Buttò fuori tutta l’aria in un solo colpo e poi tirò un sospiro di sollievo.
“Ma i passeggeri sono già stati imbarcati.”
“Cosa? Quando?” chiese… no, non era possibile!
“Poco fa… il decollo è stato anticipato di venti minuti” spiegò la donna.
Amanda chiuse gli occhi, poi li riaprì fissandola.
“Vuol dire che l’aereo è già partito?”
L’altra annuì “sì” poi indicò verso l’alto “è proprio quello che sta passando sopra di noi in questo momento” le parole furono accompagnate dal rumore del velivolo.
Amanda sentì le ginocchia tremare… la ricerca del negozio, la visita a Emily, la corsa verso l’aeroporto… e tutto per niente!
“Grazie lo stesso” le disse, poi si sedette su una poltroncina e si prese la testa tra le mani chiudendo gli occhi.
Rimase così per alcuni lunghi minuti.
“Partire è come lasciare una parte di sè nel luogo che si abbandona.”
Amanda annuì… come erano vere quelle parole!
Aprì gli occhi verso l’uomo che aveva appena parlato.
Li sbarrò… non poteva essere!
“George?”
Lui la guardò stranito… come conosceva il suo nome?
“Lei è George!”
Lo aveva riconosciuto dalla foto a casa di Emily “non è partito!” conteneva a stento sollievo e gioia.
Lui la guardò ancora più esterrefatto.
“Ascolti George, adesso le sembrerà che io abbia qualche rotella fuori posto o forse che io sia un po’ folle… molto folle” precisò “ma le chiedo solo di seguirmi; le spiegherò tutto in macchina” sperava accettasse quella proposta alquanto strana e bizzarra.
L’uomo la osservò inarcando le sopracciglia, poi sorrise “avrei comunque bisogno di un passaggio” e così dicendo si alzò, seguendola.
Amanda gli spiegò tutto mentre raggiungevano la casa di Emily.
Accostò e gli diede la lettera “questa è sua, ma credo sia meglio che queste belle parole lei le dica a voce alla sua Emily.”
L’uomo guardò la casa che aveva davanti “ancora non ci credo… sa quante notti ho trascorso aspettando questo momento?”
Amanda annuì… l’aveva già intuito e non faticava a credergli “posso immaginarlo” poi gli sfiorò una spalla “vada, non la faccia aspettare più.”
George sorrise, prima di scendere.
“Posso farle una domanda?”
Amanda attese di sentirla.
“Come mai si è data tanto da fare per noi?”
Lei sorrise.. poi, combattendo contro l’emozione pronta a esplodere da un momento all’altro, rispose “perchè credo che abbiate aspettato anche fin troppo per vivere la vostra storia d’amore.”
Lui annuì e, dopo averla ringraziata, scese e si avviò verso la casa.
Amanda vide l’espressione di Emily accendersi nel momento in cui realizzò la persona alla sua porta… non si preoccupò più di frenare l’emozione e lasciò che più di una lacrima di gioia le bagnasse tranquillamente le guance.
Asciugò gli occhi e mise in moto, diretta all’agenzia.
Giulia e Matteo non erano lì… probabilmente erano fuori per lavoro.
Prima di prendere posto alla sua scrivania, cercò un vaso, scartò delicatamente la confezione che avvolgeva le rose, attenta a non far cadere nemmeno il più piccolo petalo e le sistemò accuratamente.
Le guardò poi a lungo… emanavano un’inconfondibile fragranza e chiuse gli occhi, assaporandone il dolce e bianco profumo.
Emily e George potevano finalmente vivere il loro amore e lei sentiva di avere fatto qualcosa di importante per permettere che ciò accadesse.
Aprì gli occhi e sorrise felice.

**Racconto pubblicato in data 28 novembre 2019**

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