Letteratura italiana

NASCITA DELLA LETTERATURA ITALIANA

E’ difficile individuare l’ anno, il decennio o addirittura il secolo in cui è nata la Letteratura italiana. Si hanno tantissime testimonianze di una produzione letteraria fin dai tempi più antichi, spesso anche solo tramandata oralmente e, molte volte, custodita all’ interno della tradizione o della cultura popolari. Oggi però si fa risalire la sua nascita all’ interno del XII secolo… secolo in cui si inizia a scrivere in italiano con finalità letterarie. L’ ambiente in cui questa nascita ha luogo, o comunque quello in cui sicuramente è stata avviata in modo importante e significativo, è la Scuola Siciliana di Federico II di Svevia, Re di Sicilia e Imperatore del Sacro Romano Impero. Il primo documento letterario, di cui sia noto l’ autore, resta comunque il Cantico delle Creature di Francesco d’ Assisi.

LA LETTERATURA ITALIANA NEI SECOLI :

IL DUECENTO

Il DUECENTO LETTERARIO va dal 1224 al 1321 (anno della scomparsa di Dante). Questo secolo è molto attivo per quanto riguarda la produzione letteraria, che si manifesta in modo vario e molteplice, tanto che si distinguono più generi letterari (ognuno con principi e caratteristiche propri, ma sempre legati da un denominatore comune).

  • LETTERATURA ALLEGORICO-DIDATTICA nata in Francia, si diffonde rapidamente in tutto il nord dell’ Italia, in modo particolare in ambito veneto-lombardo e, successivamente, anche in Toscana e in altre regioni dell’ Italia centrale. Si propone di impartire precetti morali ed etici, al fine di servire come insegnamento o anche solo per diffondere conoscenze filosofiche, storiche o scientifiche.
  • LETTERATURA RELIGIOSA nasce nella zona dell’ Umbria e trova diffusione a partire dai dialetti dell’ Italia centrale, molti dei quali considerati nuovi. Di sicuro molto importante in quest’ ambito è la Letteratura Francescana, che però si svilupperà in maniera più significativa nel TRECENTO.
  • SCUOLA SICILIANA nata in Germania, si diffonde principalmente in Italia meridionale. Il tema principale è il tema dell’ amore inteso come “amore provenzale”. Nascono, a livello di produzione scritta, la canzone, la canzonetta e il sonetto.
  • SCUOLA TOSCANA è nell’ area della Toscana che si riprende il tema dell’ amore, principalmente di tipo “provenzale” ma non solo. La differenza con altre aree italiane risiede nella stesura delle composizioni, soprattutto nella ricerca e nell’ approfondimento continui dello stile e della metrica.
  • DOLCE STIL NOVO nato alla fine del Duecento, resterà importante per tutto il corso del Trecento. Le città di origine sono Bologna e Firenze. E’ un movimento poetico che si contraddistingue per la maturazione e la raffinatezza del tema dell’ amore, che da “terreno” si eleva a “celeste”. GUIDO GUINIZZELLI e GUIDO CAVALCANTI sono i due massimi esponenti (il primo è considerato il fondatore del DOLCE STIL NOVO; il secondo è noto essere stato amico di Dante).
  • POESIA COMICO-REALISTICA e LETTERATURA IN PROSA due generi, forse, minori o meno conosciuti ma che sicuramente hanno lasciato la loro importante impronta nell’ universo della letteratura italiana.

IL TRECENTO

Il TRECENTO LETTERARIO è un secolo molto importante dal punto di vista letterario. Da questo punto di vista riprende caratteristiche e temi del secolo precedente; ma è proprio in questi decenni che si afferma una nuova spiritualità che si manifesta anche e soprattutto nell’ ambito della prosa e della poesia letterarie. Due sono gli scrittori che portano la trasformazione di questa epoca all’ interno delle loro opere : FRANCESCO PETRARCA e GIOVANNI BOCCACCIO. Ma è di sicuro DANTE ALIGHIERI che rappresenta meglio la sintesi perfetta di tutta la letteratura del Trecento.

DANTE ALIGHIERI la sua esperienza poetica “abbraccia” il Dolce Stil Novo già alla fine del Duecento (VITA NUOVA, 1293); Dante ha il merito di aver elevato la figura della donna da un universo “terreno” ad un universo “celeste”, traendo ispirazione dall’ amore provato e non corrisposto verso Beatrice. Ma la maggior parte delle sue opere viene composta nel corso del Trecento (trattati, epistole, poesie, sonetti, canzoni, ballate – sia in volgare sia in latino). L’ opera più conosciuta e creata dalla genialità letteraria e non solo di Dante è certamente la DIVINA COMMEDIA.

DIVINA COMMEDIA poema didattico-allegorico scritto in lingua volgare-toscana. E’ formato da terzine incatenate di endecasillabi. Le CANTICHE sono 3 : Inferno, Purgatorio e Paradiso; ogni cantica è costituita da 33 CANTI per un totale di 100 canti (compresa una introduzione). Diversi e numerosi sono i riferimenti religiosi e gli spunti didattici. Di particolare rilievo l’ utilizzo ripetuto del numero 3 (numero perfetto) e del numero 9 (3×3, numero più che perfetto). L’ inizio della stesura di quest’ opera è collocato nel 1307 e continua poi negli anni successivi. COMMEDIA : perché ha un inizio “tragico” ma un lieto fine; DIVINA : questo aggettivo non proviene dallo stesso Dante, ma da altri poeti e scrittori a lui contemporanei, che hanno elevato il suo capolavoro.

FRANCESCO PETRARCA inaugura una nuova epoca, tanto da essere considerato il “padre spirituale” del successivo Umanesimo. La sua opera più conosciuta è il CANZONIERE, una raccolta di numerose liriche, composte nel corso della sua vita, diventata un “pilastro” della poesia italiana classica.

GIOVANNI BOCCACCIO propone un nuovo “realismo” all’ interno delle sue opere, in modo particolare nel DECAMERONE, composto tra il 1348 e il 1353. Quest’ opera è una raccolta di 100 novelle, raccontate quotidianamente da un gruppo di “giovani amici” all’ interno di una villa di campagna, che presentano diversi temi, tra cui l’ amore, la vita quotidiana, l’ ilarità; a volte portano il lettore a spunti di riflessione.

IL QUATTROCENTO

E’ il secolo nel quale si verifica, al principio, una sorta di pausa che però non deve essere confusa con un “blocco letterario” in quanto, in questo caso, si tratta unicamente di “riflessione” che porta, negli anni successivi e in modo non indifferente, verso qualcosa di molto più grande. Infatti questo è il secolo dell’ affermazione dell’ Umanesimo nella sua forma più importante e considerevole; si ritorna alle origini, ovvero al latino classico dei grandi classici come Cicerone, Orazio e Catullo; si raggiunge inoltre la consapevolezza che la lingua e la letteratura servono per elevare l’ uomo, quindi mantengono un ruolo assolutamente di primo piano. Da non sottovalutare anche il contributo della lingua volgare, che non viene accantonata o dimenticata, anche se nella prima metà del secolo mantiene solo un carattere devozionale e artistico e, se vogliamo, assume un ruolo leggermente “minore” rispetto agli anni e ai decenni successivi; infatti, nella seconda metà del secolo la lingua volgare prende decisamente il sopravvento e in diversi ambiti della letteratura. Tanti e importanti sono i nomi illustri di questo secolo; tra questi figura certamente Leon Battista Alberti, esempio di uomo dell’ Umanesimo e del Rinascimento. Essendo la città di Firenze il centro della letteratura di questo secolo, a questo punto, non si può non parlare di Lorenzo de’ Medici.

LORENZO DE’ MEDICI signore di Firenze per diversi anni, Lorenzo de’ Medici è la rappresentazione in contemporanea dell’ uomo politico, dell’ artista e del letterato in una sola persona; ma non finisce qui…. è anche mecenate, figura di rilievo in questo secolo, ovvero protettore degli artisti e dei letterati che intorno a lui e alla sua dimora si moltiplicano. Negli anni Lorenzo de’ Medici si fa anche promotore della letteratura in volgare e il suo “operato” letterario si diffonde in tutta la città di Firenze, diventata con lui ancora di più “centro letterario italiano”. Nonostante tutte le novità introdotte in ambito letterario, Lorenzo de’ Medici rimane a lungo legato alla tradizione classica, in modo particolare al secolo Trecento ma non solo. Il suo importante e indispensabile contributo gli ha permesso di “guadagnarsi”, senza difficoltà e a pieno titolo, l’ appellativo Il Magnifico.

IL CINQUECENTO

Per tutto il secolo si assiste allo sviluppo del Rinascimento, inteso e vissuto all’ epoca come un’ età di cambiamento che parte dalle idee dell’ Umanesimo precedente. Tutto questo va di pari passo ai grandi sconvolgimenti e cambiamenti economici, politici, religiosi e sociali che si verificano in questo periodo. Ritorna la letteratura classica, anche se le forme e i linguaggi si “ampliano” e si “affinano” rispetto ai secoli precedenti. Si diffonde l’ idea e la mentalità dell’ uomo padrone della propria esistenza. E’ in questo secolo che si conferma l’ ambiente prestigioso della corte (già introdotto e anticipato da Lorenzo de’ Medici nel Quattrocento) e del mecenatismo, che vede sempre di più l’ affermarsi del ruolo dei sovrani nell’ offrire “protezione e benefici” ad artisti, studiosi e letterati all’ interno della corte che diventa il luogo di ritrovo e dello scambio culturale, artistico e letterario. Nella prima metà del Cinquecento si distinguono, tra i tanti nomi, quello di Niccolò Macchiavelli e quello di Ludovico Ariosto.

NICCOLO’ MACCHIAVELLI “nasce” dal punto di vita letterario come cortigiano di Lorenzo il Magnifico. Si distingue subito per le sue doti artistiche, letterarie e politiche, sia per la sua mentalità innovativa sia per la sua capacità di relazionarsi e assumere il ruolo di “consigliere” di chi sta al governo. La sua opera “Il Principe” è un trattato di politica che affronta diversi temi e illustra, con precisione e meticolosità, i diversi metodi politici tesi a governare uno stato, prendendoli anche dalla realtà del passato, dimostrando alla fine quale sia il miglior metodo politico da far apprendere alle generazioni future. I due temi più importanti e ricorrenti sono la fortuna e la virtù, spesso in contrapposizione ma ancora più spesso strettamente legate tra loro.

LUDOVICO ARIOSTO è considerato il maggior esponente della letteratura cortigiana del Rinascimento. Ciò che distingue la sua letteratura da tutte le altre è un deciso ritorno al romanzo cavalleresco che gli permette di distinguersi nell’ universo letterario del periodo. La sua opera “L’ Orlando Furioso” è un poema in stile prettamente cavalleresco con tutti i suoi temi e tutte le sue caratteristiche; Ludovico Ariosto mostra, di conseguenza, un deciso interesse e un preciso collegamento con il ciclo bretone e carolingio.

Nella seconda metà del Cinquecento vari cambiamenti si affacciano in abito letterario… tornano i dialetti locali, che però non sostituiscono la presenza di altre forme e linguaggi ormai già affermati, piuttosto la accompagnano. Troviamo in questo periodo la figura di TORQUATO TASSO e la sua principale opera “La Gerusalemme Liberata”. Si tratta di un poema epico che affronta, tra l’ altro, nuovi temi o, almeno, temi già presenti in ambiente letterario, riprendendoli in modo e maniera differenti; il tema principale è di natura epico-religiosa e si manifesta con l’ intenzione di glorificare il potere Sacro della Chiesa.

IL SEICENTO

E’ il secolo del nuovo “gusto barocco” che consente di abbandonare il linguaggio ordinario e amplificare invece quello stravagante e artificioso. Il genere epico-narrativo, appartenuto ai secoli precedenti, viene completamente superato e si va verso una “mescolatura” di più generi, che caratterizza tutto il secolo (principalmente il genere satirico ed eroicomico). Per quanto riguarda la lirica e la produzione poetica in genere, un posto di rilievo è occupato certamente da Giambattista Marino, considerato il fondatore e il massimo esponente della poesia barocca. Per Marino il fine della poesia è la meraviglia, cioè la capacità di un poeta di sbalordire il lettore. La produzione in prosa, invece, mostra un vivo interesse per la politica, l’ attualità, la quotidianità e la vita dell’ uomo in generale (si moltiplicano i romanzi e i romanzieri). Il senso della “teatralità”, molto di spicco in questo secolo, trova diffusione nella Commedia dell’ Arte e all’ interno dei numerosi teatri che proprio in questo periodo si moltiplicano. Anche se non particolarmente rilevante, da citare anche la letteratura dialettale. Il Seicento è l’ anno che vede affermarsi la genialità di Galileo Galilei, considerato il padre della scienza moderna e della rivoluzione scientifica.

GALILEO GALILEI scienziato, filosofo, fisico, astronomo, matematico, genio in tutto quello che faceva, è conosciuto anche come letterato e come tale importante per aver introdotto il volgare fiorentino all’ interno dei “trattati”; in questo modo le diverse conoscenze, anche quelle scientifiche, si sarebbero potute diffondere maggiormente e arrivare anche a un pubblico molto più esteso e più vasto all’ interno della popolazione. Il suo contributo, tramite scoperte, invenzioni, analisi e approfondimenti, ha permesso di elevare la scienza ad un livello di modernità senza pari. Galileo ha il merito anche di aver formulato il “metodo galileiano” (metodo scientifico o sperimentale) : molti i fattori che vanno analizzati e questi fattori influenzano la riuscita di un esperimento; i suddetti fattori andranno poi eliminati per creare le giuste “condizioni ideali” affinché il fenomeno avvenga. Il metodo scientifico consiste prima nella raccolta di dati empirici a partire dalle ipotesi e dalle teorie; poi nell’ analisi rigorosa e matematica di questi stessi dati, mettendo in relazione la sperimentazione alla matematica. Infatti non bisogna mai sottovalutare il ruolo della matematica, molto importante, che dimostra a livello qualitativo e a livello quantitativo un fenomeno. Ancora oggi il metodo scientifico “aiuta” la scienza a raggiungere la conoscenza di alcuni aspetti della realtà definiti oggettivi.

IL SETTECENTO

Nel corso del Settecento si verificano grandi trasformazioni e importanti cambiamenti a livello culturale, politico ed economico non solo in Italia ma anche in tutta Europa. Nella II metà del secolo si assiste alla Rivoluzione Industriale e poi alla Rivoluzione Francese, ma certamente l’ avvento dell’ Illuminismo porterà e lascerà indelebile la sua impronta su più livelli. E’ facile comprendere come tutti questi fortissimi sconvolgimenti possano avere influenzato anche l’ ambiente letterario e, più in generale, quello culturale dell’ epoca.

CARLO GOLDONI è il massimo esponente della letteratura teatrale, basata principalmente sulla commedia degli equivoci. Il suo merito è di aver portato la rappresentazione teatrale a un livello più borghese ma anche più comico. La sua opera più conosciuta è La Locandiera, con i diversi temi dell’ amore, del ruolo della donna, della debolezza dell’ uomo e, non ultimo, della comicità.

GIUSEPPE PARINI porta le normali scene di vita quotidiana e reale all’ interno della satira. La sua opera più conosciuta è Il Giorno, che rappresenta l’ aristocrazia ormai decaduta in termini molto sarcastici e satirici, con i suoi capricci futili. L’ opera è composta da 3 parti : Mattino, Mezzogiorno, Sera; quest’ ultima doveva essere suddivisa in ulteriori 2 parti (Vespro e Notte) che però sono rimaste incomplete.

VITTORIO ALFIERI trova ispirazione a partire dalla tragedia greca e romana, facendo suoi gli antichi personaggi e gli antichi protagonisti del passato. E’ uno dei maggiori rappresentanti della Scuola Arcadica (Accademia Letteraria del periodo).

UGO FOSCOLO ha introdotto il preromanticismo in Italia. In un periodo particolarmente difficile per l’ Italia, Foscolo “si allea” con Napoleone Bonaparte, vedendo in lui l’ unico eroe che avrebbe potuto salvare l’ Italia. Rimasto deluso dal comportamento del condottiero, vive un periodo di crisi e di smarrimento che si rispecchierà nei suoi scritti. La sua produzione si avvale sia della parte poetica, soprattutto nella composizione di sonetti, sia della parte in prosa, soprattutto nella stesura di romanzi. Il suo romanzo per eccellenza è le Ultime lettere di Jacopo Ortis. Quest’ ultimo narra le vicende di un giovane lombardo che spera che l’ operato di Napoleone Bonaparte porti ad un miglioramento delle condizioni e della situazione italiana e, cambiando “argomento”, spera anche di coronare il suo amore per una giovane donna già promessa ad un altro uomo; la doppia delusione lo porteranno allo sconforto fino al tragico finale. Il romanzo è scritto in forma epistolare, innovativa per quel periodo.

L’ OTTOCENTO

3 sono le CORRENTI LETTERARIE PRINCIPALI, ognuna con le sue caratteristiche diverse tra loro, che si sviluppano e si diffondono in Italia in questo secolo : il ROMANTICISMO, il VERISMO, il DECADENTISMO.

Il ROMANTICISMO nasce in Germania, poi si diffonde in Francia e in Inghilterra e, solo in ultimo, arriva in Italia agli inizi dell’ ‘800. I temi sono nuovi e diversi : sentimento, passione, libertà, patriottismo e il legame con la natura. Importante è anche la conciliazione tra il passato, anche e soprattutto in ambito letterario, e il presente, che propone la sperimentazione di generi nuovi. I massimi esponenti sono Alessandro Manzoni e Giacomo Leopardi.

ALESSANDRO MANZONI è considerato il “padre del romanzo italiano”, illustre rappresentante della mentalità e della letteratura del periodo, precursore di un genere che troverà successo anche nei secoli successivi. Infatti Manzoni incitava a sperimentare “nuovi generi” e nuovi “modi di fare letteratura”. Il suo capolavoro “I promessi sposi” è il romanzo per eccellenza del periodo; scritto in volgare toscano affinché “arrivasse” a più persone e fosse letto e capito da una vasta parte della popolazione. E’ passato per 3 redazioni e stesure… Manzoni era quello che possiamo definire “un perfezionista nel suo genere”. L’ opera è ambientata nel 1628, periodo molto difficile per l’ Italia e narra la storia di due giovani poveri, Renzo e Lucia, che non possono sposarsi per l’ intromissione di un signorotto della zona, che li costringerà a “mille peripezie” e lontani l’ uno dall’ altra, fino al lieto fine e al loro matrimonio. Numerosi i personaggi che si alternano, si incontrano e si incrociano nell’ evolversi della vicenda narrata con precisione, coinvolgimento e maestria. Molti sono gli spunti storici e realistici del secolo ‘600, ma più che di romanzo “storico”, anche se ne conserva molte caratteristiche, come le diverse vicende e le molte “presenze storiche”, si può parlare di romanzo basato sul “verosimile” (non abbiamo la certezza che Renzo e Lucia siano davvero esistiti, ma di sicuro sono esistiti due giovani nella loro situazione). E’ di sicuro e a pieno titolo la produzione più conosciuta e riuscita di Manzoni, che però vanta una “carriera” letteraria immensa sia in prosa sia in versi.

GIACOMO LEOPARDI è il maggior poeta dell’ ‘800 e del Romanticismo italiano. Compone i “Canti”, gli “Idilli”, le “Operette morali”, lo “Zibaldone” e tanti altri. Molto famoso è il suo pessimismo, che possiamo dividere in primo pessimismo (storico) e secondo pessimismo (cosmico). Nel pessimismo storico si ha la consapevolezza della perdita dei valori da parte dell’ uomo; l’ uomo desidera continuamente quello che non può avere (materialismo) e, anche se riuscisse ad averlo, non sarebbe soddisfatto e cercherebbe qualche altra cosa altrove. Da qui deriva la sua continua infelicità ed è esattamente qui che si verifica anche il passaggio al pessimismo cosmico, che ha come caratteristica principale la continua ricerca della felicità.

Il VERISMO ( o REALISMO) corrente letteraria che si sviluppa nella seconda metà dell’ ‘800 dal Naturalismo francese. E’ il periodo storico della “questione meridionale”, problema di non facile soluzione e che viene portato all’ interno della letteratura grazie ai diversi scrittori che espongono la realtà e parlano della situazione della propria regione. Tante sono le caratteristiche di questa nuova corrente : 1) rappresentazione precisa della realtà; 2) narrazione impersonale; 3) linguaggio semplice, a volte dialettale; 4) crudezza e pessimismo; 5) volontà di riscatto sociale, ma quasi sempre inutile. Il massimo esponente è di sicuro Giovanni Verga.

GIOVANNI VERGA espone la situazione problematica della sua Sicilia, in particolare di Catania. Le sue opere sono numerosissime, ma quella più fedele al Verismo è “I Malavoglia” che appartiene al cosiddetto “ciclo dei vinti” (“vinti” sono quelle persone che vivono una realtà difficile, vorrebbero cambiarla e migliorarla, ma provandoci sono anche destinati a fallire). I temi sono molteplici : la difficile quotidianità, la povertà, la miseria, la lotta continua per la sopravvivenza, la volontà di riscatto, il fallimento.

Il DECADENTISMO si sviluppa a partire dalla fine dell’ ‘800 e poi continuerà anche per il ‘900. La poesia è una poesia leggera, libera, quasi spensierata, simbolica. Il massimo esponente è GIOVANNI PASCOLI con la sua “poetica del fanciullino”… il poeta deve avere o almeno ritrovare lo spirito di un fanciullino, che ignora molto della vita e del mondo e guarda tutto con entusiasmo. Il linguaggio non può che essere semplice, quasi puro. “Myricae” (1891) ripropone temi bucolici, immersi nella natura e il tema della famiglia. L’ altro esponente del Decadentismo è GABRIELE D’ ANNUNZIO, che sottolinea le linee dell’ estetismo con la figura del “dandy” italiano, un giovane benestante che si gode la vita e i suoi piaceri.

IL NOVECENTO

Il Novecento è il secolo delle avanguardie, movimenti sia artistici sia letterari che si propongono di “rompere” definitivamente con la tradizione. Al via dunque nuovi generi, nuove sperimentazioni alcune volte azzardate e si allentano i confini del “possibile letterario”. Nella prima parte del secolo non si possono non citare Luigi Pirandello e Italo Svevo.

LUIGI PIRANDELLO si è distinto all’ interno del campo letterario soprattutto per quanto riguarda il teatro e la rappresentazione teatrale. Inaugura un nuovo stile letterario, “l’ umorismo“, definendone bene i canoni e le caratteristiche tanto da aver contribuito alla creazione del nuovo termine “pirandelliano” per indicare personaggi curiosi, strani, stravaganti e bizzarri, che si muovono all’ interno di situazioni comiche, tragicomiche, a volte perfino grottesche. Fra le sue opere principali “Il fu Mattia Pascal” è degno di nota perché affronta un tema nuovo anche per l’ epoca stessa : il tema dell’ identità personale. Il protagonista nutre il desiderio di abbandonare tutto e tutti e di cominciare una nuova vita… si renderà presto conto che non è così facile, non è così scontato farlo. Molto conosciuto e apprezzato di Pirandello è anche il tema della “maschera” con tutto il significato che gli gira intorno… nella vita si è spesso portati, quasi costretti, ad indossare diverse maschere e a recitare differenti parti, tanto da non essere più “nessuno” e, allo stesso tempo, essere “tanti” (Uno, nessuno e centomila).

ITALO SVEVO anticipatore della psicoanalisi di Freud, portata all’ interno dell’ ambito letterario. La sua maggiore opera è “La coscienza di Zeno” : Zeno è il classico esempio dell’ uomo inetto per eccellenza, incapace di agire; forse cosciente della propria malattia, ma non della guarigione che viene da lui rifiutata. Svevo si appresta ad un’ analisi nuova, l’ analisi della mente umana, che verrà ampiamente ripresa anche nei decenni successivi.

Altre 2 correnti importanti si affacciano all’ universo letterario del primo Novecento : 1) il CREPUSCOLARISMO che riprende i temi del Decadentismo ma con un’ ottica nuova, in cui spuntano i temi della sensibilità, del quotidiano, delle abitudini, degli affetti e della sensibilità. 2) il FUTURISMO che propone nuove forme di scrittura… nuovo lessico, nuova sintassi, nuove parole che esaltano la velocità, la forza, la guerra stessa. Fondatore e massimo esponente Filippo Tommaso Marinetti.

Negli anni 30 del Novecento si diffonde una nuova corrente letteraria : l’ ERMETISMO, che propone un ulteriore nuovo linguaggio… chiuso, difficile, a volte incomprensibile, enigmatico, quasi misterioso. I versi si accorciano, le parole sono limitate, quasi contate minuziosamente ma è in quelle pochissime parole che si racchiude tutto il pensiero del poeta (pensiero ermetico, chiuso come in uno scrigno). Il massimo esponente è GIUSEPPE UNGARETTI. Il suo stile è sintetico, poche parole che racchiudono grandi e intensi significati. Ungaretti vive in prima persona le due guerre del Novecento e riporta nei suoi scritti anche quelle esperienze crudeli ma dense di emozioni contrastanti. “L’ Allegria” e “Il porto sepolto” sono tra le sue maggiori opere, ovvero raccolte di poesie che rappresentano perfettamente il nuovo stile ermetico.

Altre innovazioni, sia per quanto riguarda la poesia sia per quanto riguarda la prosa e il romanzo, sono le protagoniste anche dei decenni del secondo Novecento. La letteratura è sempre in evoluzione, sempre in trasformazione e in miglioramento… a volte riprende “tradizioni” del passato, altre invece propone generi e caratteristiche nuovi e innovativi. Anche ai giorni nostri la letteratura occupa un posto di primo piano all’ interno della cultura e della società e questo suo ruolo di primo piano non va assolutamente dimenticato.